I LIBRI DI CHRISTOPHER PAOLINI

LE LINGUE DI TOLKIEN (IL SIGNORE DEGLI ANELLI)

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Il Pranante
view post Posted on 12/6/2009, 19:28




LE LINGUE DELLA TERRA-DI-MEZZO
Dal Quenya al Sindarin all'Ovestron


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Al di là della 'semplice' creazione dell'Opera fantasy per antonomasia, Il Signore degli Anelli, Tolkien è noto ed apprezzato dai suoi estimatori in genere per l'invenzione di un numero straordinario di linguaggi fittizi usati nelle sue creazioni. Addirittura, il Professore di Oxford creò una complessa grammatica minuziosamente descritta in migliaia di pagine sparse (per la maggior parte non pubblicate) della sua prestigiosa lingua elfica Quenya, il latino della Terra-di-Mezzo. Lo studio di tale lingua, attività estremamente intrigante e ricca di soddisfazioni, può essere affrontata da qualsiasi persona disposta a familiarizzare con un linguaggio totalmente inventato ma straordinariamente realistico.

Fin dalla sua giovinezza Tolkien creò semplici linguaggi segreti da usare con gli amici e la sua passione per le lingue è celebre: adorava il Finnico, dal quale trasse ispirazione per il Quenya, e in particolar modo tutte le numerose antiche lingue anglosassoni da cui poi nacque il moderno inglese, per quanto non apprezzasse il francese e i suoni della sua stessa madrelingua. Se ci pensiamo, tutte le lingue oggi esistenti hanno suoni particolari che potrebbero essere derivati dall'indole stessa dei popoli che le usano: grossolanamente si potrebbe dire che la scorrevolezza e austerità dell'italiano derivino dall'essere sia stata una delle lingue più parlate del mondo all'epoca dell'Impero Romano, sia l'essere sempre stata usata come lingua per buona parte delle opere celebri medioevali; la fluidità e gradevole dolcezza del francese potrebbe derivare da una particolare cura estetica insita in questo popolo; l'estrema facilità pratica e i suoni molto incorporei dell'inglese deriverebbero quindi dal desiderio di questo popolo di far imparare la propria lingua ai sudditi delle colonie, e oggigiorno dal fatto che l'inglese si stia evolvendo in una lingua totalmente pratica e diretta; i suoni austeri, potenti e a volte cacofonici del tedesco sono forse derivati dall'indole autoritaria degli abitanti della Germania, abituati al comando sin dalla nascita del Sacro Romano Impero. Tolkien sapeva bene tutto ciò, ed è per questo che i suoi linguaggi hanno suoni così diversi tra loro ma ben riconoscibili: il Quenya ha il gradevole suono del latino, essendo utilizzato dagli antichi Elfi; il Linguaggio Nero è sgradevolmente simile al tedesco, essendo la lingua del terribile Sauron (Tolkien ha fatto leva sul suono oscuro del tedesco poiché era il linguaggio usato da Hitler); e così via.

Addirittura, Tolkien giunse ad affermare che la creazione della Terra-di-Mezzo e di tutto il Signore degli Anelli fosse un pretesto per creare un mondo dove le lingue da lui create potessero apparire reali! Alcuni hanno visto nelle note etimologiche alla fine del SdA e del Silmarillion l'opera di un pazzo: nessuno si sognerebbe di mettere delle note finali a mo' di breve grammatica greca in un romanzo creato per il divertimento dei lettori. Ma è proprio qui lo sbaglio: Tolkien non creò certo i suoi racconti e romanzi solo per il divertimento del lettore, ma per un grande numero di altri motivi: il desiderio di creare un nuovo corpus mitologico, quello di descrivere una terra con una storia ben delineata, di creare un popolo che avesse molte delle sua caratteristiche (gli Hobbit), e anche il desiderio di creare un mondo dove si parlassero le sue lingue.

Ci sono molti tolkieniani al giorno d'oggi sparsi per il mondo che studiano (come 'hobby erudito', ovvio) il linguaggio più sofisticato creato dal grande filologo di Oxford: il Quenya. Vi rimando al sito Ardalambion per sapere molto di più su tutte le lingue di Tolkien e per scaricare il corso gratuito di lingua Quenya. Questa breve guida è solo un compendio, non certo un'opera completa.

TOLKIEN E LE LINGUE

Il rapporto tra John Ronald Reuel Tolkien e le lingue è sempre stato presente, a memoria dello stesso. La passione per i linguaggi, assieme a quella per i miti, fu ereditata dalla madre, inglesissima (sebbene cattolica). Al College, Tolkien studiò le lingue anglosassoni, e quelle classiche, latino e greco per intenderci. Ma la sua passione rimase per le prime. Fu in quegli anni che Tolkien trovò in una biblioteca un libro di grammatica finnica e, leggendolo, rimase completamente invaghito da questo linguaggio. Il Finnico fu una delle sue principali ispirazioni per la creazione del Quenya. Durante gli anni della giovinezza, Tolkien iniziò la creazione di un 'linguaggio delle fate', quello che poi diventerà il Qenya e dal quale si evolverà il Quenya. Le lingue furono comunque il suo principale e ufficiale interesse (unite alla letteratura inglese): all'università tenne corsi di filologia e ottenne la cattedra di lingua e letteratura anglosassone, che mantenne fino al pensionamento. Era impensabile che tale passione non avrebbe comunque influenzato le sue creazioni, e infatti così fu. Tolkien diceva che un linguaggio, per poter essere accettato, doveva fungere da sfondo a storie mitologiche: per intenderci, c'erano miti in greco e miti in latino, così come mitologie in lingue nordiche. Ecco quindi il bisogno di creare un corpus mitologico dove potessero esistere e vivere senza problemi le lingue da lui inventate. Sia nel Signore degli Anelli, ma soprattutto nel Silmarillion e nelle opere a questo connesse (Racconti Perduti e Ritrovati, e la History of the Middle-Earth) sono presenti scorci di queste lingue.

IL QUENYA

Il Quenya è sicuramente la più importante creazione di Tolkien, la sua lingua più celebre e la più rinomata nelle sue opere. Il Quenya è associabile al Latino, poiché nel Signore degli Anelli tale lingua era ormai relegata ai libri e ai canti epici degli Elfi, e ben pochi la parlavano. All'epoca delle vicende raccontate nel Silmarillion, invece, il Quenya era la lingua ufficiale dei Noldor, il ramo degli Elfi che dalla Terra di Mezzo giunse nel Reame Beato di Valinor. Dopo che Melkor, il Nemico per antonomasia dei popoli liberi, distrusse i preziosi alberi fonti di luce di Valinor, sdegnati per l'immobilismo dei Valar (gli Dei), i Noldor abbandonarono Valinor e si fusero con gli Elfi Grigi rimasti nella Terra di Mezzo. Col tempo, il prestigioso Quenya si fuse col Sindarin, la lingua elfica di quelle terre, e rimase solo in uso nelle famiglie regnanti, nelle opere letterarie e in alcuni nomi di luoghi.

Il Quenya nacque verso il 1915, col nome di Qenya. Fu la prima lingua 'seria' inventata da Tolkien, che lui inizialmente denominava "Lingua delle Fate". Col tempo, il Qenya si tramutò nel Quenya che viene parlato nel Signore degli Anelli, e molte regole grammaticali e parole cambiarono rispetto a quelle presenti nel Lessico Qenya compilato da Tolkien in precedenza. Il Quenya doveva essere la lingua fonicamente più bella e musicale di tutte, un misto tra latino, greco e finnico, con influssi spagnoli e italiani, ma molto più ricca di vocali e consonanti labiali. Per chi non ha molta dimestichezza con tale lingua, ci basta citare gli esempi più celebri presenti nel Signore degli Anelli: il famosissimo saluto Elen sila lumenn' omentielvo ("una stella brilla sull'ora del nostro incontro"), e l'inizio del canto "Namarie" di Galadriel, Ai! Laurie lantar lassi surinen… ("come oro cadono le foglie nel vento…"), entrambi presenti nel primo romanzo. Si tenga presente che il Quenya, più o meno come il Greco, è difficile da leggere in modo scorrevole a causa delle numerose accentazioni che bisogna rispettare, e che in questo articolo però non ho inserito. Nel Silmairllion abbiamo le celebri esclamazioni della battaglia della Nirnaeth Arnoediad: Auta i lome, aure entuluva ("la notte sta finire, il giorno risorgerà". Si tenga presente che queste due esclamazioni nel testo vero e proprio sono distanti tra loro).

In tutte le lingue di Tolkien, beninteso, gli articoli e le preposizioni presenti nelle odierne lingue inglesi, francesi e italiane non ci sono. Nel Quenya è presente l'articolo det. i, singolare e plurale (i cyriar = le navi, ma anche i aran = il re). Per creare i complementi bisogna utilizzare le desinenze, che formano i casi, come in Latino e in Greco. Il Quenya ha sostanzialmente 6 casi: il genitivo, cioè il complemento di specificazione, con suffisso -o al singolare e -on al plurale; Il possessivo, che corrisponde al genitivo sassone inglese (Mark's home, la casa di Marco), con desinenza -va; il dativo, ossia il complemento di termine, desinenza -n (Eldan = all'Elfo, per l'Elfo); il locativo, complemento di stato in luogo, con desinenza -sse, -ssen in plurale; l'ablativo, che qui ha la funzione di complemento di moto da luogo, con -llo; l'allativo, che ha molti tratti in comune col locativo, desinenza -nna (Endorenna = nella Terra di Mezzo); lo strumentale, con il quale si indica o lo strumento con cui si è fatta una cosa o la causa per cui si è fatta, desinenza -nen. Per quanto riguarda i numeri, c'è il singolare, il plurale, il duale (come in Greco: indica un paio di cose, una coppia che si trova in natura, che è logicamente sempre in coppia, tipo "le mani" diventa "il paio di mani") con desinenza -t, e un oscuro partitivo plurale perlopiù ignorato. Per i verbi, ci sono diversi modi: il presente, che a volte si traduce con il presente continuativo (= present continous in inglese: "sta morendo", non "muoio"), l'aoristo, il passato (che sono diversi l'uno dall'altro), il perfetto (che non è esattamente quello Latino) e il futuro. Da qui la questione diventa più complessa, quindi non approfondiremo oltre.

IL SINDARIN

Se il Quenya è il linguaggio più famoso e apprezzato nelle opere di Tolkien, il Sindarin è però quello più importante di tutte, a causa anche dell'elevato numero di esempi che Tolkien ci fornisce nelle sue opere. Il Sindarin è la lingua degli Elfi Grigi, coloro che rifiutarono di recarsi in Valinor come fecero i Noldor. Essi rimasero dunque nella Terra di Mezzo, e svilupparono una lingua propria. Naturalmente, avendo la stessa origine del Quenya, il Sindarin ha molti tratti in comune con quest'ultima ma non è certo uguale. Fatto sta che quando i Noldor, dopo tremila e più anni di separazione, tornarono nella Terra di Mezzo, ebbero difficoltà a prendere contatti con gli Elfi Grigi a causa della lingua differente. Il Sindarin si evolse dai dialetti Doriath, Falathrim e Mithrim, prendendo un'intonazione più pratica e meno leggiadria di quella del Quenya. I Noldor, tuttavia, appresero in fretta il Sindarin e cominciarono anche loro a utilizzarlo. Quando però il re degli Elfi Grigi proibì l'uso del Quenya dopo un orribile atto commesso dai Noldor contro di essi, la lingua parlata in Valinor scomparve quasi del tutto e divenne quella che poi sarà il Latino Elfico. Gli ultimi rimasugli Quenya erano parlati nell'isola di Numenor, abitata da umani benedetti, ma anche qui scomparvero dopo che la dinastia regnante fu corrotta e l'isola fu distrutta.

Il Sindarin è anche detto "Grigio-Elfico". Tolkien lo aveva creato come linguaggio usuale tra gli Elfi, quelli ciò che nel Signore degli Anelli incontriamo a Gran Burrone o a Lothlorien. Diversamente dal Quenya, il Sindarin si ispirava all lingue gallesi, e aveva quindi una musicalità ben diversa. Ma come la prima creazione di Tolkien, il Sildarin ha le stesse regole fonetiche. Inizialmente era denominato Gnomico, poi tolkien lo adottò come la lingua dei Noldor e dunque la chiamò Noldorin. Infine, decise di separare gli Elfi Grigi dai Noldor e quindi il Quenya dal Sindarin, creando il linguaggio odierno. Il Sindarin è anch'esso una lingua imparabile. Tolkien ha lasciato un vasto corpus di opere in questa lingua, dal quale gli 'studiosi' hanno creato vocabolari e grammatiche. Attualmente, sono disponibili numerosi vocabolari Italiano-Sindarin, Sindarin-Italiano su Internet.

C'è infine da dire una cosa essenziale per le lingue elfiche. Qui, come ovunque nelle opere di Tolkien e nelle creazioni su Internet, il Sindarin e il Quenya sono scritti in lettere latine. In realtà, Tolkien creò un alfabeto diverso utilizzato dagli elfi, composto da lettere molto elaborate chiamate Rune. E' il cosiddetto Tengwar, molto complesso e piuttosto impegnativo da assimilare. Scriverlo poi è anche più difficile, ma chi ha esperienze del cinese, del giapponese o delle lingue più facili con alfabeti diversi come il Russo o il Greco, la cosa potrebbe risultare più semplice.

L'OVESTRON

L'Ovestron è la cosiddetta Lingua Corrente, l'idioma parlato dagli umani e dagli hobbit, diffuso praticamente in tutta la Terra di Mezzo e utilizzato anche dagli Elfi e dai Nani come seconda lingua. L'Ovestron è in pratica l'Inglese della nostra epoca. Dato che all'epoca del Signore degli Anelli la razza degli Elfi si stava rapidamente estinguendo, partendo per l'ovest per ritornare a Valinor, e quella dei Nani era relegata nell'estremo Nord, gli umani erano ormai i padroni di casa della Terra di Mezzo. L'Ovestron era già parlato dagli Edain (i Padri degli Uomini) all'epoca del Silmarillion, sebbene in quei tempi fosse subordinato all'utilizzo delle lingue elfiche. I regni umani di Gondor e Rohan utilizzavano un Ovestron antico, ricco di inflessioni arcaiche che lo rendevano serio e imponente. Nella Contea, invece, gli hobbit parlavano un Ovestron grossolano, misto con dialetti propri che lo rendeva rustico e semplice. Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli derivavano dal Libro Rosso e dalle opere di Biblo e Frodo Baggins, ed erano scritti in Ovestron. Tolkien dichiara esplicitamente nelle prefazioni di aver tradotto le opere dall'Ovestron all'Inglese, e dunque rimangono pochissimi frammenti di tale lingua da poter 'studiare'.

Sappiamo comunque che i nomi maschili finivano in -a, che era appunto un suffisso maschile, mentre -o era utilizzato per i nomi femminili. Quindi, il vero nome di Bilbo era Bilba e quello di Frodo Maura. L'Ovestron utilizzava tutte le lettere dell'alfabeto, dando vita a suoni a volte poco piacevoli ma comunque pratici, a differenza del Quenya, che non utilizza la k o la z. Per l'articolo determinativo si aggiungeva alla parola il suffisso -t, mentre i sostantivi al plurale escono in -in. Gli aggettivi aggiungevano la desinenza -n.

IL KHUZDUL

Del Khuzdul (inventato da Tolkien negli anni '30) si sa molto meno che dell'Ovestron, sebbene abbiamo un numero maggiore di vocaboli. Il Khuzdul era la lingua dei Nani della Terra di Mezzo, insegnata a loro dal Vala Aule, che li creò. Il Khuzdul era ben poco conosciuto da altre razze che non fossero i Nani: essi la consideravano propria e non gradivano che qualcuno la apprendesse (per quanto comunque alcuni studiosi elfi la impararono). Il Khudul è una lingua complessa e cacofonica, del tutto dissimile dall'idioma elfico e o umano. La scarsa conoscenza del Khuzdul derivava anche dal fatto che tra la stirpe dei Nani e quella degli Elfi avevano ben pochi contatti culturali tra di loro e preferirono rimanere in questo stato. Dal canto loro, i Nani utilizzavano un altro linguaggio speciale, anch'esso segreto, e del tutto artificiale: l'iglishmek, ossia il linguaggio gestuale.

I Nani chiamavano se stessi Kazad, e questo nome deriva dalla stessa radice di Khuzdul: si ritiene che questa radice significasse forse il numero 'sette', spesso messo in relazione con i Nani. Gli Elfi chiamavano i nani Casar, una deformazione da Khuzdul appunto. Khazad-Dum, ossia la celebre Moria, infatti, è in pratica la casa dei Nani. Se però i Nani non rivelavano mai qualcosa sulla propria lingua, ci tenevano però a diffondere l'utilizzo dei nomi in Khuzdul dei luoghi in cui abitavano (Quindi Khazad-Dum e non Moria). I loro nomi, invece, rimanevano completamente segreti e nessuno al di fuori di loro stessi li conosceva: Durin, Balin e i nomi di altri nani comparsi nel Signore degli Anelli e nello Hobbit sono in realtà nomi di lingua umana.

IL LINGUAGGIO NERO

Il Linguaggio Nero è la seconda lingua artificiale dopo l'iglishmek dei nani, ma a differenza di questo è vocale. Fu inventato da Sauron, l'Oscuro Signore, durante gli Anni Oscuri, allo scopo di creare una lingua unica che venisse parlata dai suoi sudditi tutti. Gli Orchi, che costituivano la parte integrante del suo esercito, usavano infatti idiomi diversi: parole elfiche, umane e nane debitamente storpiate per essere rese più orribili e più vicine alla mentalità degli Orchi. Per porre fine a questo caos, Sauron inventò un orribile linguaggio unico, che si sarebbe dovuto diffondere in tutta la Terra di Mezzo. Ma alla sua prima caduta il Linguaggio Nero fu dimenticato da tutti, fuorché dallo stesso Sauron e dai suoi Nazgul. Quando l'Ombra tornò, il Linguaggio Nero fu ripreso. La Torre Oscura di Mordor fu denominata Lugburz, che appunto significa Torre Oscura. Tutti, dai luogotenenti ai soldati semplici orchi parlavano l'orribile Linguaggio Nero.

Tolkien si ispirò probabilmente al tedesco, che in quegli anni della cupa ascesa di Hitler doveva ispirare sentimenti negativi e oscuri. Il Linguaggio Nero è ricco di lettere poco utilizzate in elfico, tra cui le sibilanti z e sh, nonché gruppi di lettere quali sk, rz e zg. Il risultato è di una tonalità aspra e al contempo cupa. Il Linguaggio Nero può essere definito una specie di lato oscuro delle lingue parlate nel Reame Benedetto di Valinor. Infatti, essendo Sauron un Vala, è probabile che egli si sia ispirato alla lingue dei Valar e anche al Quenya per molti termini del suo oscuro idioma.

Il Linguaggio Nero non veniva naturalmente parlato da nessuno eccetto che dai servi di Sauron. Quando ciò avveniva, l'effetto era drammatico: lo vediamo ne La Compagnia dell'Anello, libro secondo, quando Gandalf osa pronunciare parole in tale linguaggio durante il Consiglio di Elrond. Del Linguaggio Nero abbiamo ben pochi esempi: Uruk-hai è uno di questi. Sappiamo da questa parola che hai significa probabilmente "popolo", "razza", ma più importante ancora Uruk sembra derivare dal Sindarin orch, il che sembra appoggiare la teoria di un'ispirazione alle lingue elfiche da parte di Sauron. Infine, l'esempio più importante è la frase incisa a fuoco sull'Anello del Potere di Frodo: Ash nazg dubatuluk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatuluk agh burzum-ishi krimpatul. E' una frase che mette i brividi! Peraltro, sappiamo da questa frase che "agh" è una congiunzione, che ash è forse un art. ind. (o forse un pron. dimostrativo) e che nazg significa anello (cfr. Nazgul, spettri dell'anello).

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Ci sono naturalmente altre lingue create da Tolkien, ma qui ne abbiamo solo un piccolo campionario tra quelle più importanti che vengono parlate nella Terra di Mezzo. Ci sarebbe anche il celebre Adunaic, la lingua parlata a Numenor, che però esula dall'argomento di questo articolo, o l'Entese, troppo raro per poter essere trattato. Per chi vuole approfondire, c'è sempre il succitato sito Ardalambion.



 
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