I LIBRI DI CHRISTOPHER PAOLINI

ROMANZO STORICO

« Older   Newer »
  Share  
Il Pranante
view post Posted on 10/3/2009, 15:38




ROMANZO STORICO

Il romanzo storico è composto da parti storiche e parti inventate. L’autore sceglie un’epoca del passato e vi ambienta la propria vicenda, i cui protagonisti possono essere personaggi storici o di fantasia. Con ricchezza di particolari e precisione documentaria, rievoca epoche, personaggi e ambienti del passato mescolando liberamente fantasia e realtà, vicende accadute con altre di pura invenzione, storie private di un singolo personaggio, con storie collettive di popoli. Un romanzo si può definire storico solo se i personaggi sono coinvolti nelle vicende storiche rievocate.


Struttura del romanzo
La struttura del Romanzo storico è quella generale del romanzo: situazione iniziale, complicazione, sviluppo, finale.

Spesso si ha un inizio in “media res” , cioè nel mezzo degli avvenimenti. Infatti se il tempo del romanzo è la Storia (cioè il susseguirsi delle vicende umane) non è possibile individuare esattamente un inizio. La vicenda privata (che è ben delimitata nel tempo, e ha un inizio e una fine) si inserisce nello scorrere degli avvenimenti storici.

Si possono avere diversi livelli di storicità: dalla semplice presenza di una data e di un luogo preciso, all’inserimento di personaggi storici e di dettagli anche della vita quotidiana tipici del periodo preso in esame.

Quando si giunge alla conclusione , il finale della vicenda privata non equivale al finale della “Storia”, per questo in alcuni casi il narratore informa, con un finale secondario, circa la sorte degli altri personaggi, sia quelli realmente esistiti, che quelli di sua invenzione






Intento educativo

Il romanzo storico, soprattutto nell’Ottocento, ha generalmente un intento formativo.

Nella scelta del periodo in cui le vicende sono narrate l’autore si rivolge a un’epoca che abbia qualche affinità con quella in cui egli vive e che quindi che serva ad illustrare un pensiero, una teoria

I protagonisti sono “esemplari” di una certa concezione di vita, sono solitamente uomini comuni non di rilievo storico

I protagonisti sono presentati come positivi: l’autore desidera che il lettore non solo li accetti, ma si identifichi con loro.

L’uso dei personaggi è lo strumento principale nelle mani dell’autore per comunicare il proprio messaggio, la propria opinione.








Struttura della narrazione

La narrazione si sviluppa su un intreccio

Spesso si ha un inizio in “media res” , cioè nel mezzo degli avvenimenti. Infatti se il tempo del romanzo è la Storia (cioè il susseguirsi delle vicende umane) non è possibile individuare esattamente un inizio. La vicenda privata (che è ben delimitata nel tempo, e ha un inizio e una fine) si inserisce nello scorrere degli avvenimenti storici.

Ci sono frequenti ritorni indietro per illustrare i fatti prima accaduti che non sono noti al lettore. L’autore spesso utilizza a questo scopo i dialoghi.








Ingredienti della storia


A. Spazio
L’ambientazione è accurata, ricca di dettagli

B. Tempo
Il tempo della “Storia” fa da filo conduttore, su di esso si inserisce il tempo del romanzo, con la sua vicenda. La conclusione della vicenda lascia aperta la Storia.



<----------------------- STORIA --------------------------à

| ------------vicenda ---------------|

Numerosi sono i ritorni indietro per illustrare i fatti accaduti prima, che non sono noti al lettore.

C. Personaggi
I protagonisti sono esemplari, positivi

i personaggi secondari sono ben dettagliati e descritti con attenzione, non semplicisticamente suddivisi in “collaboratori” ed “oppositori”

l’uso dei personaggi, il modo in cui vengono “mossi” sulla scena è lo strumento principale nelle mani dell’autore per far passare il proprio messaggio

Sovente sono inserite scene di massa in cui la folla interagisce con i protagonisti: sia che li favorisca o li contrasti, sia che resti indifferente ai loro drammi o faccia da sfondo. Nella narrazione ha una funzione precisa: interpreta valori o disvalori particolari

D. Lingua

Gli elementi principali in un romanzo storico sono i personaggi e l’inquadramento generale della vicenda. Quindi dal punto di vista narrativo la lingua risulta meno importante che in altri generi.

es. Manzoni sceglie quel linguaggio, non perché fosse quello del seicento, ma perché voleva sottolineare la necessità in Italia di una “lingua nazionale”








Origine e storia

del

romanzo storico in Europa




Il romanzo storico nasce, come genere tipicamente romantico, al principio del XIX secolo.

Già nel ‘600 e nel ‘700 si erano scritte opere a “sfondo storico” e con personaggi storici, ma in essi la storia ha la funzione di pretesto e/o di cornice, di sfondo per lo svolgimento dell’intreccio, ma del periodo storico non ci si preoccupa di creare la vera atmosfera.

Al contrario il romanzo storico ottocentesco risponde all’esigenza del Romanticismo di ravvivare l’attenzione per la storia, di rivalutare le tradizioni popolari e nazionali. La maggior parte dei romanzi si ispirano quindi a personaggi e a momenti del medioevo, ritenuti utili per comprendere il presente.





In Gran Bretagna
“Fondatore” del romanzo storico è considerato lo scozzese Walter Scott (1771 – 1832). Nelle sue opere egli utilizza fiabe, leggente, canti popolari, ma, anche, si documenta in modo accurato sui fatti storici, ed è così in grado di ricreare l’atmosfera, ricostruire l’ambiente… I suoi romanzi più famosi furono Ivanhoe e Quentin Durward.



In Germania
Willibald Alexis scrisse una serie di opere note con il nome di Romanzi Brandeburghesi, (un’epopea storica dei Brandeburgo), in cui l’attenzione dello scrittore non era solo rivolta ai grandi della storia, ma anche alle masse. Fu traduttore di Scott.

In Russia
Alexander Puskin introduce il romanzo storico con La figlia del Capitano. L’autore realizza un’opera pregevole, riuscendo sia nell’intreccio che nella descrizione a ricreare il mondo della tradizione russa e a superare gli schemi di Scott

In Francia
In Francia attraverso la forma del romanzo storico prende l’avvio la narrativa moderna. Figura di primo piano è Stendhal, che critica duramente alcuni aspetti tipici di questo genere di romanzo: le vicende patetiche e melodrammatiche, il pittoresco… Per l’autore la storia è fredda cronaca, mentre il romanzo è vero documento, perché è in grado di rievocare concretamente, attraverso le vicende degli uomini, l’atmosfera di un’epoca. L’originalità di Stendhal si rivela nella scelta di rappresentare l’epoca in cui vive, in modo che il lettore ne riconosca e riviva l’atmosfera.

Questa tendenza a “storicizzare” il presente o il passato recente (La Certosa di Parma) segna il superamento del romanzo storico classico e l’avvio verso il romanzo sociale psicologico[1]. Questa via sarà seguita da altri scrittori dell’Ottocento, quali Balzac, Hugo, Ippolito Nievo, Tolstoj.

Victor Hugo, si avvicina al genere storico, con il romanzo Notre Dame de Paris, romanzo tipicamente romantico: ambientato nel medioevo, con la sua architettura e il gusto del pittoresco e l’irrazionalità delle passioni.

Nel 1862 viene pubblicata la sua opera più nota, I Miserabili, ambientato in Francia, nel periodo post-napoleonico, che si ricollega a Stendhal per la trattazione degli avvenimenti più recenti. Caratteristica di Hugo è la concezione della storia come “maestra di vita”.

Anche Honoré de Balzac, all’inizio comporrà romanzi che “alla Scott”, ma presto rimane affascinato dal realismo di Stendhal e comincerà ad analizzare la vita sociale e privata della Francia attraverso la narrazione di vicende di personaggi semplici, comuni, osservati e descritti nelle manifestazioni quotidiane della vita.

In Italia
La nascita del romanzo storico italiano si fa risalire al 1827, anno della pubblicazione dei Promessi sposi e di alcuni romanzi in cui l’argomento storico si intreccia con storie d’amore, oppure si mescola al motivo risorgimentale.

Con I Promessi Sposi però il genere subisce una trasformazione: nasce il romanzo moderno caratterizzato dal progressivo scomparire dell’elemento avventuroso, sostituito da una narrazione realistica su base documentaria.

I Promessi Sposi è un esempio di rigorosa ricostruzione storica, in cui anche i personaggi frutto di fantasia paiono veri e credibili e contribuiscono alla ricostruzione del passato.

Manzoni segue la via aperta da Scott (epoche passate), ma decisamente la supera nei profili dei suoi personaggi, nella capacità di costruire la vicenda.

Nuovi sono i protagonisti del romanzo: non i potenti, ma gli umili e gli oppressi, che per la prima volta fanno sentire la loro voce. Se i potenti compaiono, sono in funzione della vicenda, degli umili, che sono i veri protagonisti.

Nuova la lingua: più vicina all’uso vivo del parlare quotidiano dei fiorentini colti, e quindi, comprensibile, moderna, popolare, perché l’opera d’arte deve saper parlare alla gente comune, a un vasto pubblico di lettori.

Nel corso del XIX secolo, fin verso il 1860, la produzione di romanzi storici in Italia è particolarmente fiorente.

Essa si ispira al modello scottiano (ricostruzione di ambienti medievali, gusto dell’avventura, vicende d’amore, uccisioni e rapimenti, magie, duelli e assalti) e a quello manzoniano (vicende di personaggi umili, linguaggio e stile comprensibile e vicino al parlato, intento educativo di sensibilizzare gli italiani ai valori di patria, libertà, impegno morale, che sono alla base della funzione civile e patriottica tipica del romanzo storico italiano).

Già negli anni Quaranta, però, la narrativa storica di ispirazione medievale si andava cristallizzando in schemi ripetitivi. Lo stesso Manzoni nel saggio Del romanzo storico nel 1845 dichiarava finito questo genere di romanzo, in quanto non rigorosamente storico e, quindi, non attendibile.

Superata la metà del secolo, con la fine del Risorgimento, il genere è ormai in piena decadenza e i romanzieri tendono ad avvicinarsi ad un passato più recente o addirittura al presente, raccontando storie, i cui protagonisti rispecchiano fedelmente la vita della società contemporanea.

Si colloca in questo ambito il capolavoro di Ippolito Nievo, Le confessioni di un italiano, che rappresenta una tappa significativa nel processo di trasformazione del romanzo storico per la fusione di elementi storici ed autobiografici, la modernità del linguaggio, la descrizione degli ambienti, la caratterizzazione psicologica dei personaggi.

Nel Novecento possono essere collocati nel genere storico alcune opere che si rifanno alle esperienze di guerra degli autori, ma che per questo si collocano a metà strada fra storia ed autobiografia:

Il sergente delle nevi di Mario Rigoni Stern (seconda guerra mondiale);

Se questo è un uomo (rievocazione della prigionia in campo di concentramento di Auscwitz), La tregua (ricordo del ritorno alle proprie case in un lungo tragitto attraverso l’Europa) Se non ora, quando? (racconto dell’esperienza di un gruppo di partigiani ebrei nelle steppe e foreste dell’Europa centrale)di Primo Levi.;

Uomini e no di Elio Vittorini (esperienza partigiana, in cui si alternano pagine di storia vissuta a momenti di riflessione)

Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani (ricostruzione, attraverso la vicenda di alcuni giovani, delle abitudini e della mentalità della comunità israelitica di Ferrara, sconvolta dalla guerra e dalla persecuzione razziale.

La storia di Elsa Morante

L’Agnese va a morire di Renata Viganò


 
Top
0 replies since 10/3/2009, 15:38   165 views
  Share