I LIBRI DI CHRISTOPHER PAOLINI

TUTTO SU PAOLINI

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Il Pranante
view post Posted on 5/2/2009, 20:15




CHRISTOPHER PAOLINI

Christopher Paolini è nato il 17 novembre 1983, nella California del Sud, ma vive nella Paradise Valley, in Montana, insieme ai suoi genitori e alla sorella Angela. Hanno due animali: Otis, un gatto bianco e nero, e Annie, un piccolo cocker.

L’educazione di Christopher ha una storia particolare: non ha frequentato una scuola vera e propria, ma sono stati i suoi genitori a fargli da insegnante. Per questo motivo Christopher ha potuto leggere moltissimo, nutrendo la propria immaginazione con i romanzi dei più grandi scrittori di tutti i tempi: non solo J.R.R. Tolkien e Il signore degli Anelli”, ma anche Ursula Le Guin (“Il mago”) e Philip Pullman, la cui trilogia, “Queste Oscure Materie”, rimane a tutt’oggi uno dei suoi libri preferiti. Christopher ha scherzosamente affermato che la sua vita sembra ripercorrere il viaggio del suo protagonista (draghi voltanti esclusi, s'intende). Come lo stesso Eragon, anche lui ha lasciato le comodità di casa sua per intraprendere un'avventura, per quanto, nel suo caso, non doveva salvare un regno, ma promuovere il suo libro in un tour negli Stati Uniti e in Europa.

Tuttavia, analogamente al suo alter ego romanzesco, la via e il lavoro di Paolini sembrano caratterizzati da un'aura magica: ha scritto Eragon perchè non aveva a disposizione le vaste risorse economiche necessarie a realizzare un film della storia epica che aveva in mente e quando ha iniziato a scrivere desiderava soltanto un storia che lui per primo si diversisse a leggere. Non si sarebbe mai lontanamente immaginato che nel giro di qualche anno, una delle major hollywoodiane avrebbe realizzato la sua aspirazione.

Il racconto epico è ricco di invenzioni, ma in sostanza Eragon riflette esperienze personali di Paolini, la sua infanzia alla Tom Sawyer, la sua vita in una valle delle Beartooth Mountains nel Montana, un luogo non molto diverso dalla Valle Palancar dove Eragon è cresciuto.

Così come nei libri, anche nella musica Christopher è onnivoro, anche se ha una predilezione particolare per la musica classica, che ha il potere di ispirarlo in fase di scrittura. La battaglia finale di Eragon è stata scritta con in sottofondo i “Carmina Burana,” di Carl Orff.

Come ama ripetere, la storia di Eragon è nata semplicemente dal suo amore per il fantasy e dal desiderio di scrivere una storia che lui per primo si divertisse a leggere. All’inizio era un vero e proprio passatempo: non pensava alla pubblicazione, mentre la scriveva. Ci è voluto un mese per ideare e organizzare la trama dell’intera Trilogia. Quindi ha iniziato a scrivere a mano, su un quaderno. Raggiunte le sessanta pagine, ha ricopiato le proprie parole sul computer, su cui poi ha continuato a lavorare, anchese afferma che alcuni passaggi gli riescano meglio se scritti a mano.

Il Montana in Eragon

Migliaia di chilomentri quadrati di natura selvaggia, abitata da grizzly, alci, bisonti, capre delle nevi e cervi: ecco cosa sono le Beartooth Mountains.

Christopher Paolini è scresciuto in una valle delle Beartooth Mountains con i suoi genitori, Kenneth e Talita, e sua sorella Angela. La valle ha un versante su cuoi le precipitazioni sono frequenti, ma la famiglia Paolini vive su quello opposto, fra alberi di ginepro, arbusti, erba e serpenti a sonagi. A causa della conformazione della valle, fino a tre o quattro anni fa non c'era segnale televisivo, e così la famiglia è vissuta senza tivù (<<un bel modo di crescere>> sostiene Paolini). Quello che la famiglia Paolini vedeva, ogni volta che si affacciavano a una finestra, era il panorama mozzafiato delle Beartooth Mountains.

<< Sono cresciuto facendo escursioni e campeggi su quelle montagne, e giocando lungo le rive del fiume Yellowstone >> ricorda Paolini. << Mi costruivo da solo archi e frecce. Sulle montagne ho trovato fossili di piccole creature ma anche una palla di moschetto fatta a mano, incastrata in un tronco d'albero, che qualcuno doveva aver usato come bersaglio per esercitarsi. Tutti sanno che il clima nel Montana è inclemente, e io per primo sono incappato in un paio di tremendi temporali sulle montagne: è piuttosto pericoloso, perchè se ti bagni troppo corri il rischio di finire in ipotermia. Due anni fa stavo facendo un'escursione con il mio prozio Bruce e mia sorella, quando ci siamo imbattuti in un orso bruno: un incontro da gelare il sangue. L'orso ci ha scrutati per qualche istante e poi se n'è andato, ma è terribile quando ti rendi conto che non sei più in cima alla catena alimentare. Il mio amore per la natura e la vita all'aria aperta è cresciuto anche a queste esperienze. Ho immaginato Alagaesia proprio a partire dai luoghi in cui vivo, fra le Beartooth Mountains e il fiume Yellowstone.>>

Il freddo glaciale delle montagne, l'eccitazione degli incontri con animali selvatici. Il trovarmi ad affrontare venti impetuosi e terribili temporali: tutto questo e altro hanno rappresentato il tesoro in cui Paolini ha attinto per Eragon. Se si guarda la mappa di Alagaesia (che per inciso, è stata disegnata dallo stesso Paolini), è facile incontrare un'evidente somiglianza tra la geografia fantastica e le reali caratteristiche fisiche della terra in cui vive l'autore. La Grande Dorsale è un luogo di "sventura e disgrazia", che Eragon ha battuto per anni, consapevole dei suoi pericoli, ma aperto ai suoi segreti: lo stesso spirito che Paolini nutre verso le Beartooth, la pressocchè disabitata Valle Palancar e il piccolo villaggio di Carvahall traggono ispirazione della valle dove si è stabilita la famiglia Paolini. Le Beartooth hanno anche influenzato la creazione dei Monti Beor, alti dieci miglia. << Ho soltanto preso le montagne che amo tanto e le ho omaggiate moltiplicandole per dieci.>> Fra in Monti Beor esiste persino un fiume Beartooth ("Zannadorso", nella versione in italiano).

Altri elementi della geografia del mondi di Eragon sono stati suggeriti dai luoghi che l'autore ha visitato durante i numerosi viaggi. Una gita alle Carlsbad Caverns gli ha ispirato il Farthen Dur, la città-fortezza dei nani all'interno di un cratere vulcanico nel cuore dei Monti Beor, dove i Varden, vale a dire le forze ribelli, si nascondono da Galbatorix. <<non ci si può prepara in modo migliore a scrivere di nani che scendendo nelle Carlsbad Caverns>> confessa Paolini con una risata.

Il viaggio dello scrittore
Ma la stesura di Eragon non è solo la somma di luoghi ed esperienze personali. Determinante per la creazione della saga è stata la famiglia molto unita di Paolini, e il suo sostegno alle ambizioni letterarie di Christopher. Il signore e la signora Paolini hanno sempre incoraggiato l'amore per lo studio, e Talita, un'insegnante che segue il metodo Montessori, ha istruito personalmente in casa Christopher e Angela. L'autodisciplina è stata fondamentale per lo scrittore in erba. Christopher ha iniziato a fare ricerche per il suo romanzo nell'autunno del 1998, quando aveva appena quattordici anni, e ne aveva quindici, la stessa età del protagonista, quando ha cominciato a scrivere sul serio.

<< L'idea iniziale era quella di un ragazzo che trova un uovo di drago che si schiude, e il ragazzo e il suo drago vivono tutta una serie di avventure. Avevo già provato a scrivere delle storie in passato, ma mi fermavo sempre dopo cinque o sei pagine. Così, prima di cominciare Eragon, ho passato un paio di mesi a leggere quanti più libri possibile sulla scrittura, su come sviluppare una trama e creare i personaggi. Ho anche svolto parecchie ricerche, quasi avessi dovuto scrivere un romanzo storico. Ho letto parecchia mitologia scandinava e islandese, come il Beowulf, ad esempio. Volevo cercare di creare un mondo pseudo-europeio, ma con una storia e una sua logica interna. >>

Paolini trascorse un intero mese a dar forma a una storia che non si sarebbe limitata a un solo libro, ma che avrebbe avuto l'ampiezza di un'intera trilogia, che intitolò l'Eredità. (Tra le sue fatiche ci fu anche l'invezione di diverse lingue per il suo mondo immaginario.) Soltanto dopo aver deciso che cosa sarebbe accaduto in ciascun libro, cominciò a scrivere il primo: Eragon. Ogni giorno Christopher si chiudeva in camera sua e si sedeva al computer per "un'immersione in apnea" nel lavoro, interrotto soltanto dal pranzo e da un'ora di attività fisica prima di cena. Custodiva gelosamente il suo lavoro, senza fare partecipi di una solta pagina i genitori o la sorella, sempre più incuriositi dai file che si andavano accumulando nel compure di Christopher man mano che passavano le settimane e i mesi.

Con le parole creò un mondo; alcune delle sue fantasie erano visioni spettacolari di quello che da sempre gli sarebbe piaciuto vedere in un film. Una di queste invenzioni fu il cono vulcanico del Farthen Dur, alto dieci miglia e largo altrettante, al cui interno sorgeva Tronjheim, una città di marmo bianco alta un miglio, con il soffitto sormontanto da un gigantesco zaffiro stellato.

In secondo luogo, Paolini voleva creare il più insolito drago mai concepito, e dalla sua immaginazione nacque Saphira, che non solo era femmina, ma possedeva delle squame azzurre sfaccettate simili a gemme splendendi. << Ho usato il blu di Saphira perchè sono daltonico e vedo più blu nel mondo che la maggior parte della gente. Un optometrista mi ha detto che vedo blu persino alcune sfumature di porpora. Il blu e il porpora sono colori regali, e regale è proprio l'aggettivo che meglio descrive Saphira. Eragon ha un rapporto speciale con lei: darebbero la vita l'uno per l'altra. Ho cercato di fare Saphira il miglior amico che si possa desiderare, e ho pensato che sarebbe bello avere accanto a sè un bel drago splendente color zaffiro capace di divorare chiunque ti stia antipatico sul quale poter volare.>>

Un anno dopo aver cominciato, Christopher terminò il Libro Primo della sua Trilogia dell'Eredità: finalmente aveva qualcosa di tangibile che testimoniasse le sue fatiche. << Era terribile, orrendo >> ricorda. << La storia c'era, ma la scrittura aveva bisogni di essere riveduta. Ho passato un altro anno a riscrivere il libro, dando più spessore ai personaggi e ai dialoghi. Alla fine del secondo anno ho fatto leggere il manoscritto ai miei genitori. Non ho promesso loro di vederlo se non dopo la seconda stesura. Tutto ciò che sapevano era che stavo scrivendo una storia su un ragazzo e una drago. La loro curiosità era arrivata alle stelle, e probabilmente eragon un tantino preoccupati per quelo loro figlio che passava tutto il tempo rintanato in camera a lavorare a quel libro. >>

I suoi genitori rimasero entusiasti del manoscritto. E così arrivò la fatidica riunione di famiglia in cui a Christopher venne chiesto fino a che punto intendeva portare avanti quel progetto. I suoi genitori in passato avevano già pubblicato in proprio alcuni libri, e suo padre per ben dieci anni aveva lavorato come graphic design e addetto al "taglio" nel giorni per-computer, quando la copia veniva preparata a mano per la stampa. Invece di lasciare che il manoscritto si perdesse nel labirintico mondo dell'editoria, Christopher non era per caso interessato a pubblicare il libro in proprio? La risposta fu sì, ed Eragon divenne la principale occupazione della famiglia Paolini.

"<< Io sono tutti i personaggi (non soltanto Eragon), perfino i cattivi. E' divertente... ti permette di entrare nella testa di qualcun altro e di descrivere persone che si comportano in un modo in cui tu non oseresti mai. Quando faccio bene il mio lavoro, sento i personaggi che parlano da sè. Non cerco di imporre loro cosa dire, ma di ascoltare quello che hanno da dire. Quando un tempo sentivo certi scrittori dire cose del genere, credevo che fossero un tantino svitati. ma adesso so che funziona davvero così.>>" Christopher Paolini

L'avventura della famiglia Paolini
Nel pubblicare in proprio Eragon, la famiglia Paolini si occupò di tutti quei compiti a cui sono dedicati interi settori nelle case editrici: l'editing, la composizione tipografica, le bozze, il sesign e il layout, la produzione, il marketing, l'immagazzinaggio e la distribuzione. La famiglia impiegò un anno per creare la versione finale del libro, che produssero in un'edizione in brossura sovradimensionata. Come tocco finale, Christohper disegno la copertina, dipingendo l'occhio del drago. << Quando lavori su qualcosa per tre anni, diventa una parte di te >> dice Paolini. << Così, quando abbiamo avuto in mano la prima bozza di stampa di Eragon, èstata un'esperienza incredibile, quasi come vedere nascere un figlio... è stato qualcosa che non riesco a descrivere a parole. >>

Ora sono passati tanti anni, Paolini confessa che è anche molto "doloroso" rileggere Eragon. Il suo commento è dovuto in parte alla normale consapevolezza di un giovane scrittore che, con l'esperienza, riguarda il suo primo lavoro e pensa soltanto a come avrebbe potuto fare le cose in maniera diversa. Ma il suo primo libro resta anche una testimonianza di quanto fu dura per la sua famiglia perseguire quel progetto. << Siamo andati incontro a diversi problemi finanziari quando abbiamo deciso di investire in Eragon tutte le nostre energie. I miei genitore non hanno avuto altri introiti durante l'anno in cui lo abbiamo preparato per la pubblicazione. Direi che è stato prodotto in condizioni di notevole stress. Se i primi quadagni dalla vendita di Eragon avessero tardato ad arrivare anche solo di un paio di mesi, saremmo stati costretti a vendere la casa. Era come nuotare o annegare. >>

La famiglia aveva cominciato a vendere il libro tramite presentazioni nelle librerie, ma era un processo lento e dagli esiti incerti. Non era impresa da poco raggiungere le librerie sparse nei vasti spazi aperti nel Montana, nel tentativo di incontrare quanti puù possibili lettori. Christopher fece del suo meglio per attirare l'attenzione di potenziali acquirenti: data l'atmosfera medievaleggiante del romanzo, si vestiva a tono, con una svolazzante tunica rossa da spadaccino, pantaloni neri, una cintura nera da pirata e stivali neri di cuoio alti fino al ginocchio.

Durante una riunione di famiglia intorno al tavolo della cucina, Talita suggerì che potevano raggiungere centinaia di persone alla volta presentando il libro nelle scuole e nelle biblioteche. Con suo padre alla guida, le incursioni di Eragon raggiunsero non solo il Montana, ma anche l'Idaho, il Texad e lo stato di Washington: oltre 135 presentazioni, secondo i calcoli di Paolini.

Nel frattempo aveva cominciato a spargersi la voce, e le copie vendevano bene. La prima tiratura di cinquanta, cento copie, si moltiplicò fino a raggiungere migliaia di esemplari. L'avventura nomade era entusiasmante, ma non era facile macinare centinaia e centinaia di miglia d'asfalto. Le estenuanti giornate terminavano in camere d'albergo, dove Christopher crollava a dormire, tormentato persino in sogno da suo discorso d'introduzione: "Salve, mi chiamo Christopher Paolini. Vi piace il fantasy? Bè, vi consiglio di provare a leggere ERagon. E' la storia di un ragazzo e del suo drago.."

Ma l'avventura della pubblicazione in proprio stava per concludersi. Nell'ottobre del 2002, lo show itinerante di Eragon arrivò nella libreria Island Book di Mercer Island, nei pressi di Seattle. La madre di Christopher ricevette un'email da New York e riferì la felice notizia che Michelle Frey, editor della Knopf, una divisione della Random House Children's Books, voleva non soltanto acquistare Eragon, ma l'intera trilogia pianificata dell'Eredità. << Abbiamo saltato per la stanza almeno per due ora >> ricorda Paolini. << Eppure non capivamo come fosse potuto accadere, perchè non avevamo proposto il libro a nessuna casa editrice e non immaginavamo come lo avessero scoperto. >>

Sembra che il famoso autore best-seller Carl Hiaaseen si trovasse in vacanza nel Montana per una battuta di pesca con la moglie e il figlio di dodici anni, Ryan, e che quest'ultimo abbia deciso di comprare una copia di Eragon in una librerie del posto. Ala ragazzino piacque cos tanto che Hiaaseen lo raccomandò al suo editor alla Knopf, Nancy Siscoe, che a sua volta passò il libro alla Frey, che se ne innamorò. La frey espresse la sua intenzione di comprare la trilogia inviando un'email all'indirizzo che i Paolini avevano inserito alla fine del libro. << Leggo un'infinità di manoscritti >> spiega la Frey, << ma non riuscivo a staccare gli occhi da quel libro. Mi sentivo come risucchiata nel mondo di Alagaesia e nella vita dei personaggi. Ho intuito che Christopher era un narratore incredibilmente dotato, con un fortissimo senso per il racconto epico, e volevo condividere questo piacere con altri. >>

<< Mi piace sempre dire ai giovani lettore che possono cambiare il mondo >> afferma Paolini. << Un giovane lettore ha senz'altro cambiato il mio, di mondo, e gli sarò grato per sempre. Come pure a Michelle, che in pratica ha detto: "Oh, d'accordo, investiamo in una trilogia fantasy pubblicata in proprio da un diciottenne." Ci vuole davvero del coraggio per fare una cosa del genere! >>

Una volta che la Random House ebbe acquistato Eragon, il libro attraversò un'ulteriore fase editoriale prima di essere pubblicato nell'agosto del 2003. Eragon debuttò al terzo posto nella classifica dei best-seller del New York Times. Era la storia di un successo improponibile, eppure il futuro riservava altre sorprese, comprese alcune singolari coincidenze. << John Jude Palancar è uno dei miei illustratori preferiti. Ho dato il nome alla valle Palancar pensando a lui >> dice Paolini. << Ma senza saperlo, e senza che nessuno mi avvertisse, fu proprio lui che la Random House scelse per illustrare le copertine dei tre libri della trilogia! Questa sì che è magia! >>

Christopher afferma che, una volta terminata la trilogia dell’Eredità, si concederà una lunga vacanza per raccogliere idee su un nuovo libro.
 
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